La nostra visita all’azienda agricola Monteraponi

Dante scrisse “Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura”, noi invece nel bel mezzo del nostro tour ci ritroviamo in uno dei panorami più incantevoli di Radda in Chianti, un borgo medioevale che è sede di Monteraponi, il quale prende il nome dall’omonimo monte che ricorda l’etimologia del Montrachet (da “Mont Rachaz” ovvero monte calvo) nella Côte d’Or. Si tratta di un monte brullo che lascia però in fondo valle un paesaggio più boschivo, con terreni saturi di alberese che permette alla vite di allungare le sue radici per trovare nutrimento.

Ad accoglierci è Alessandra, la moglie di Michele Braganti che subito esterna il suo amore descrivendo l’azienda come la loro “isola felice”.
Nato da una famiglia di gioiellieri, Michele decide di intraprendere un percorso controcorrente e nel ’74 compra qualche ettaro, piantando così il loro cru più famoso Baron Ugo, che prende il nome dall’omonimo Conte governatore della Toscana del X secolo.

Trent’anni dopo grazie ad un noto consulente del Chianti Classico inizia a fare vino. Ad oggi conta 12 ettari di vigna in cui coltiva Sangiovese, Colorino, Canaiolo e Trebbiano con una conduzione biologica.
Vendemmia rigorosamente a mano intorno alla prima settimana di ottobre, si avvalgono poi dell’utilizzo di una diraspatrice proveniente dalla Borgogna adatta a uve delicate come Sangiovese e Pinot nero.
Successivamente c’è un’ulteriore selezione su un tavolo vibrante di cernita nel quale gli acini migliori vengono destinati alla pressatura delicata che garantisce l’integrità delle bucce (metodo Demoisy) e il mosto andrà poi a fermentare spontaneamente senza lieviti selezionati in vasche di cemento a base ellittica della Borgogna. Una scelta che permette di far ossigenare il vino favorendo un movimento continuo del mosto.

Vinifica in quella che una volta era un villaggio con ufficio postale, i forni e affina utilizzando botti di rovere, da una tessitura fine e tostatura delicata provenienti dall’Austria e dalla Borgogna, in vecchie stalle. In questo modo le mura di pietra antiche garantiscono naturalmente un’umidità ed una temperatura costanti tutto l’anno, riducendo così la mano dell’uomo al minimo. Si otterrà poi un vino non filtrato, grazie alla chiarificazione naturale per sedimentazione alla quale verrà aggiunta una dose minima di solforosa per preservare la loro materia prima.

Successivamente ci spostiamo nella loro sala degustazione e ci presentano i loro tre prodotti di punta. Salta subito all’occhio lo stemma al centro dell’etichetta.
Come detto prima, Ugo il marchese di Toscana è stato un personaggio influente tanto che viene citato nel Paradiso dantesco.

“Ciascun che de la bella insegna porta
del gran barone il cui nome e ‘l cui pregio
la festa di Tommaso riconforta,
da esso ebbe milizia e privilegio;
avvegna che con popol si rauni
oggi colui che la fascia col fregio.”

Infatti Ugo morì nel giorno della festa di San Tommaso e fu sepolto proprio nella Badia fiorentina dove ogni anno vengono celebrate per lui messe di suffragio.
Lo stemma di Ugo era costituito da sette bande rosse in campo bianco e poche e di antichissima nobiltà furono le famiglie toscano cui egli gli concesse il privilegio di unire il suo stemma allo stemma familiare.

Chianti Classico 2021
Prodotto con 95% Sangiovese e 5% Canaiolo, è il risultato delle loro vigne più giovani che lo rendono scattante con un ventaglio olfattivo goloso e un sorso brioso.

Chianti Classico Riserva Campitello 2019
Ottenuto da 90% Sangiovese, 7% Canaiolo e 3% Colorino, è il prodotto delle loro vigne più vecchie. Al naso si presenta più esuberante come una millefoglie di frutta e spezie. Al palato ha un ingresso più timido ma si prende pian piano il suo spazio, rivelando una raffinatissima tannicità.

Toscana IGT Baron Ugo 2019
Presenta lo stesso uvaggio del Campitello ma si distingue subito per la sua eleganza. È lussuoso con note floreali e minerali imponenti, seguito da un palato raffinato, con una spiccata balsamicità che rinfresca il sorso e un finale profondo.

Noi da qualche anno collaboriamo con questa azienda e ci sembrava doveroso conoscere le persone che sono dietro a queste meravigliose etichette, per potervi esprimere al meglio la loro passione.

Nella nostra carta troverete il Baron Ugo 2012, noi nel frattempo continuiamo il nostro tour…